Un anno all’estero – A year abroad

Sono emozionata al solo pensiero di rimettermi a scrivere; questa mattina mi sono svegliata con la voglia di fare ciò che per troppo tempo ho accantonato. Il traguardo dell’anno all’estero è ormai stato tagliato, ma quello del cambiamento deve ancora arrivare.

Si, perchè sono passati 303 giorni da quando ho deciso che qualcosa sarebbe dovuto cambiare, che la mia vita non mi piaceva più. Ok, già lo pensavo, altrimenti non sarei partita dal nulla per andare oltreoceano, ma è li che ho capito davvero come vorrei fosse la mia vita e di conseguenza come agirò per far si che le mie idee diventino reali.

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Routine, abitudine, monotonia. Parole che proprio non sopporto; in questo anno all’estero ho imparato che ho bisogno di sfide nuove, di avventure e di imparare. Si, IMPARARE è la mia parola (chiaro riferimento al libro ‘Eat, Pray, Love’). Perchè vivere una vita a svolgere sempre le stesse mansioni? Perchè passare il tempo libero dedicandoti a cose che non ti accrescono e non ti danno nulla. Quello che cerco io sono emozioni, novità; vedere luoghi nuovi, conoscere persone di culture differenti, apprendere mestieri.

‘Do one thing everyday that makes you happy’

A tal proposito mi viene proprio da pensare al lavoro, a quello vecchio, che era solo un lavoro, fino a quello attuale che per me è vita e amore. Dalle titubanze iniziali del ricominciare di nuovo da zero, ci è voluto poco a capire che il mondo della cucina è quello in cui voglio vivere. Ho sempre amato assaggiare i cibi tipici, riproducendoli poi al mio vasto pubblico (mia mamma e mia sorella), ma una volta che entri in una vera cucina, o la odi o la ami. Per me è stato un colpo di fulmine, si proprio da farfalle nello stomaco! Le persone pagano per farsi tatuaggi, ma i miei sono gratis: tagli e scottature sono cicatrici che mi porterò sempre dietro con orgoglio. Già, perchè partire dal nulla, fino a vedere sul pass un piatto completamente creato da te è motivo di orgoglio.

In questo anno non ho appreso solo questo, ma anche quanto sia importante avere un atteggiamento positivo nei confronti di noi stessi e di ciò che ci circonda. Ho imparato ad avere più fiducia in me stessa (nonostante sia comunque ansiosa e paranoica); ho capito che è tutta una questione mentale: i problemi sono solo nella nostra testa e affrontarli è più semplice di quanto si possa pensare. Chiaro, le difficoltà lungo il percorso si trovano, ma aggirarle o affrontarle di petto con successo è sempre possibile.

Questo anno all’estero mi ha insegnato tanto, ma se penso a cosa ho davanti, è solo un piccolo passo verso ciò che voglio diventare e verso ciò che voglio essere. Alla fine solo noi possiamo costruire la nostra vita, ma ogni luogo che visitiamo, persona che incontriamo, avventura che affrontiamo, rappresenta un mattone verso la nostra casa dei sogni. Ora non mi resta che raccontarvi i miei viaggi!



2 thoughts on “Un anno all’estero – A year abroad”

  • È bello scoprirti ancora una volta piena di entusiasmo. È bello sapere che hai capito quale strada seguire. Non rinunciare mai ai tuoi sogni. Un abbraccio Luisa e zia Antonietta

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