Barcellona letteraria: un giorno con Zafon

Barcellona la città dei sorrisi, del sole, del buon cibo e dell’allegria. Questa città offre itinerari adatti a tutte le esigenze, ma oggi percorreremo insieme le tappe salienti della Barcellona letteraria di Carlos Ruiz Zafon.

Scoprendo Barcellona in compagnia di Carlos Ruiz Zafon

Arrivo alla stazione nord all’alba, dopo una notte passata a dormire su un pullman abbastanza scomodo; ma sono carica perchè già sento la festosa atmosfera catalana.

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I luoghi di Carlos Ruiz Zafon

Forse non tutti lo conoscete, ma, insieme a Pascal Mercier, è uno dei miei scrittori preferiti. Nei suoi testi si alternano eventi storici, personaggi misteriosi, trame intricate, ma che alla fine si ricongiungono tutte in un unico capolavoro. Il suo modo di scrivere ti tiene incollato alle pagine dei suoi libri fino alla fine, senza concederti il tempo di prendere un respiro, perchè vuoi, o forse devi, sapere come va a finire.  

Per questo mi dirigo al El Quatre Gats, un locale storico della Barcellona letteraria, dove sono soliti incontrarsi i protagonisti della tetralogia del Cimitero dei libri dimenticati. È un ristorante pittoresco e si percepisce che ne ha viste di ogni nel corso della sua lunga storia.

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Proseguo e  arrivo alla piazzetta di San Felipe Neri, che Zafon descrive come quasi un respiro di aria fresca in mezzo quelle architetture romane e gotiche; sulla facciata della chiesa si possono ancora vedere i fori provocati durante la guerra civile.

Il passato e il futuro nella Barcellona letteraria

Altro luogo importante per la saga (ma anche per me, perchè mi concede una splendida pausa vista mare), è la Barceloneta. Qui nel secondo libro, il protagonista, incontra la strega del Somorrostro; io mi trovo faccia a faccia con il Peixe di Gehry che riflette i raggi del sole sulla sabbia creando giochi di luce emozionanti. Devo proprio fermarmi un po’ qui, ad ascoltare le onde del mare, a guardare il panorama meraviglioso che si staglia davanti a me, ad osservare le persone felici che si divertono con spensieratezza e a pensare un po’.

Barcellona ti entra nel sangue e ti ruba l’anima.
Carlos Ruiz Zafón

Ma la Barcellona letteraria ha molto da offrire, quindi si riparte! Ma non prima di aver fatto una pausa churros, i tipici dolci del posto: farina, acqua, zucchero e sale, fritti e solitamente accompagnati da una cioccolata. Mi ritrovo in Placa d’Espanya, ai piedi del Montjuic, dove è collocata la Font Magica; parchi olimpici, resti romani, poble espanyol, padiglione di Mies Van der Rohe, tutto ciò che più mi ha incantata era qua.

Anche le tetre storie raccontate nel libroIl Prigioniero del Cielo’ ambientate nel castello, mi incuriosiscono tanto fa fare visita alle vecchie prigioni dove fu incarcerato Fermin Romero de Torres, uno dei protagonisti della saga.

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Sulle orme di Carax

Ho trascorso due ore al Parco Olimpico. Una bell’architettura, niente da dire, ma non è uno di quei posti dove ti fermeresti ore, invece io non riuscivo proprio ad andarmene. Noto un sottile paragone tra il colonnato del Bernini in Vaticano e quello del Parco. Quella sensazione di ‘abbraccio’ mi faceva sentire protetta, al sicuro, in un luogo magico; con l’acqua che scorre, una vista sulla città, ma soprattutto lei, la Torre delle Telecomunicazioni di Calatrava. Bella, bella da farmi stare li a fissarla per una buona mezz’ora, bianca, radiosa, una conchiglia da cui di innalza al cielo un raggio di luce.

La giornata è stata lunga e la fortuna vuole che vicino all’ostello ci sia un piccolo bar che fa tapas buonissime, così mi fermo li per cena. Chissà come sarebbe stato bere in compagnia dei protagonisti dei libri di Zafon. Mentre ci penso la birra Estrella inizia a dare i suoi effetti conciliandomi il sonno. Magari è suggestione o forse è il luogo magico, ma mi sembra di sentire i passi di Julian Carax alla ricerca del suo manoscritto.



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